di Massimiliano Renaud
- Ben arrivato, Dottor De Bernardis Lucio Maria Terzo
- Grazie Orietta, sono un po’ in ritardo con le visite?
- Si, beh, in effetti ci sarebbe un paziente che attende da un po’
- Il “po’” è un’unità di misura piuttosto vaga
- Dalle nove e trenta
- Santo cielo Orietta, è passata solo mezz’ora! È un trendy late!
- Di ieri, Dottor De Bernardis Lucio Maria Terzo. L’appuntamento era per mercoledì alle nove e trenta, oggi è giovedì
- In questo caso, mi lasci solo un attimo per prenotare la Spa con vista Val d’Orcia per questo fine settimana e lo facciamo entrare subito, tanto più che è un cliente affezionato, bisogna averne cura
Cinquanta minuti dopo
- Buongiorno signor Delmorale! Come sta?
- Non c’è male, Dottor De Bernardis Lucio Maria Terzo, un po’ sfiduciato nei confronti della mia stessa esistenza, ma non c’è male
- Si vede che lei viene qui da tempo
- Da cosa? Crede che abbia fatto dei miglioramenti?
- Ma no, cosa dice, però si ricorda alla perfezione il mio nome
- Ah, per un attimo avevo sperato di aver fatto qualcosa di buono
- Le speranze sono una brutta bestia, Delmorale, regalano solo stupide illusioni!
- Si, certo dottore, me lo dice sempre
- Bravo Delmorale. Ma, mi aiuti a ricordare, lei è quello con la fobia delle carriole?
- No, Dottor De Bernardis Lucio Maria Terzo, io ho qualche piccolo problema di autostima, sono convinto che a nessuno importi di me e questo mi fa pensare di essere una nullità
- È sicuro?
- Di cosa?
- Di non provare panico davanti a una carriola
- No, direi di no, ma credo di avere già i miei bei problemi
- Non sottovaluti la fobia delle carriole, specialmente se di lavoro fai il giardiniere. Lei fa il giardiniere?
- No
- Allora non è lei quello delle carriole
- Infatti
- Ha ragione, Delmorale, adesso ricordo tutto di lei, per filo e per segno, frase che peraltro non ho mai capito cosa voglia dire. Mi ricorda solo il suo nome?
- Massimo
- Massimo Delmorale, che soffre di mancanza di autostima. L’ossimoro umano!
- Già
- Ma certo. Saranno almeno due anni che ci vediamo.
- Nove
- Addirittura nove? Ma come vola il tempo! Nove anni fa non ero neanche laureato…
- Come?
- Allora, come va la sua bella autostima agonizzante?
- Insomma
- Ma come insomma, lei è un manager di successo!
- Sono disoccupato
- Ma ha ancora una bella casa
- Vivo in una roulotte
- E una bellissima famiglia!
- Sono vedovo
- E che cazzo, devo decisamente ripassare la sua bio… Va bene, se non altro, autostima lacerata a parte, sta bene di salute
- Ho…
- No non me lo dica!
- No, Dottor De Bernardis Lucio Maria Terzo, non glielo dico, ma cosa posso fare? Sono nove anni che mi alzo la mattina senza capirne il motivo, credo che ormai dovremmo aver fatto qualche passo avanti
- E l’abbiamo fatto, Delmorale, l’abbiamo fatto!
- E come?
- La sua memoria!
- Cosa c’entra la mia memoria?
- È intatta. Si ricorda perfettamente il mio nome.
- Ed è un buon segno per la mia autostima?
- Buon segno è una parola grossa, diciamo che, per ora, non ha la patologia del tedesco
- La sordità di Beethoven?
- L’Alzheimer
- Ah, si, certo, bene, sono felice
- Sicuro?
- Non tanto
- Si vede
- Molto?
- Senta…Massimo Delmorale, scusi ma se li pronuncio in fila non riesco a non sorridere
- Non si preoccupi
- L’ossimoro umano
- Si ma adesso non insista
- Il Massimo Delmorale dorme in una roulotte…
Tre minuti e cinquattaquattro secondi di risata, parecchio sguaiata, dopo…
- Va bene, ci siamo fatti due risate ma adesso ricomponiamoci, Delmorale. Mi scusi se non pronuncio anche il suo nome, se lo facessi sono sicuro che riattaccheremmo a ridere
- Non si preoccupi, dottore, e comunque io non ho mai riso
- Dottor De Bernardis Lucio Maria Terzo, mi raccomando, non mi perda anche la memoria
- Ci mancherebbe. Ma quindi? È arrivato a una conclusione?
- Non una, Delmorale, ma ben due
- La ascolto
- Prima di tutto, si rassegni. Ci pensi bene, Delmorale, tutto quello che ha fatto nella vita è andato storto, ma neanche storto, è andato come peggio non poteva andare. Dei pilastri su cui si basa la nostra società, vale a dire lavoro, casa e famiglia, non ne abbiamo uno neanche per il cazzo. E magari ha anche una malattia imbarazzante. Realisticamente, Delmorale, dove cazzo dovrebbe andare a cercare un briciolo di autostima? Magari nello sport? Ha qualche talento particolare?
- Un arto artificiale
- Si rassegni
- E la seconda conclusione?
- La seconda conclusione è che…ora purtroppo non la ricordo, ma vedrà che non sarà stato niente di importante
- Ma riguarda la mia vita!
- Non sia egocentrico Massimo Delmorale! (risatina) Non è un comportamento che si addice a chi soffre di mancanza di autostima ed è lanciato sulla via della rassegnazione
- Dottor De Bernardis Lucio Maria Terzo
- Bravo!
- Io non lo so se è lei il terapista giusto per me
- Delmorale, questo è lei che lo deve sapere
- Mah, veramente, il terapista è lei, credo sia lei a dover valutare le sue competenze in base alla mia patologia
- Adesso facciamo anche i saputelli. Senta Delmorale, nessuno la incatena a quella Chaiselongue, se vuole continuare il cammino sulla strada verso una sana depressione che bombarderemo a suon di psicofarmaci che la faranno credere di essere felice almeno un po’, allora prendiamoci per mano e continuiamo il nostro cammino verso la psichiatria. Se invece vuole tentare un’inutile scalata verso una vita quantomeno accettabile senza essere convinto di non valere un cazzo, passi da Orietta a farsi strisciar via cinquecento euro dalla carta e si levi dai coglioni perché devo comprarmi il costume per una festa anni 90 su Amazon. Arrivederci, Massimo Delmorale!
Dodici secondi di risatina
- Arrivederci, Dottor De Bernardis Lucio Maria
- Non dimentica niente?
- Vada a fare in culo. Terzo.